SIGNIFICATO CLINICO
Le ammine aromatiche sono prodotti derivati dall’ammoniaca in cui uno o più atomi di idrogeno sono sostituiti da un radicale aromatico (ammine primarie, secondarie e terziarie). Sono utilizzate nell’industria del colore, gomma, plastica, farmaceutica. Assorbite per via inalatoria, gastroenterica, ma anche attraverso la cute, vengono metabolizzate a livello epatico. L’esposizione tossica può provocare vertigini, cefalea, nausea. La loro azione ossidante provoca aumenti della metaemoglobina. L’esposizione cronica può essere cancerogena per l’uomo (carcinoma vescicale). Questo test trova utilizzo, con i limiti rappresentati dalla scarsa specificità, nel monitoraggio biologico dell’esposizione professionale ad ammine aromatiche primarie (anilina, naftilammina, amminodifenile); per le ammine secondarie e terziarie è invece necessaria la determinazione di metaboliti specifici.

INDICAZIONI CLINICHE
Esposizione professionale ad ammine aromatiche.

TIPO DI CAMPIONE
Il paziente deve portare un campione di urina.

PREPARAZIONE
Per la raccolta si utilizza un contenitore contenente Acido citrico, da ritirarsi presso tutte le sedi C.D.I.

VALORI DI RIFERIMENTO
Urina: fino a 1 mg/L

NOTE
Antiacidi contenenti idrossido d’alluminio, bevande contenute in lattine d’alluminio possono dare interferenze.

Fumo di sigaretta, paracetamolo, dieta possono aumentare la concentrazione urinaria. Segnalare se il paziente, nell’ultima settimana, e’ stato in trattamento con sulfamidici o anestetici.
Non essendo disponibili valori di riferimento accettati in modo univoco, è sempre necessario effettuare il confronto tra i valori analitici dei campioni raccolti all’inizio ed alla fine del turno di lavoro. Può essere utile la determinazione della metaemoglobinemia (vedi voce).