SIGNIFICATO CLINICO
L’acido valproico (VPA) è un anticonvulsivante largamente utilizzato sia nella terapia delle diverse forme di epilessia generalizzata, tra cui ricordiamo le assenze, il grande male e le mioclonie, sia nelle epilessie parziali, in particolare quelle idiopatiche. Viene anche impiegato in alcuni disturbi dell’umore (mania, disturbo bipolare). Il VPA agisce attraverso molteplici meccanismi, non del tutto chiariti, ma questa sua complessità è probabilmente alla base dell’ampio spettro d’azione.
Rapidamente assorbito nel tratto intestinale, si lega quasi completamente alle proteine plasmatiche.
INDICAZIONI CLINICHE
Monitoraggio della terapia.
TIPO DI CAMPIONE
Il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue.
Se richiesto il paziente deve raccogliere le urine delle 24 ore.
PREPARAZIONE
E’ necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore, è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua. Nel controllo periodico della concentrazione ematica del farmaco, al fine di rendere confrontabili i valori ottenuti nel tempo, occorre sottoporsi al prelievo sempre alla stessa distanza di ore dall’assunzione del farmaco stesso.
VALORI DI RIFERIMENTO
La concentrazione terapeutica ottimale è individuale e dipende anche dalla funzionalità epatica e renale. Effetti tossici possono manifestarsi al di sopra di 100 microg./ml.
NOTE
Numerosi farmaci possono aumentare o diminuire la biodisponibilità del VPA. Ricordiamo soprattutto gli altri farmaci anticonvulsivanti che possono essere utilizzati in associazione nella terapia dell’epilessia: fenilidantoina, carbamazepina, fenobarbital diminuiscono le concentrazioni di VPA; la lamotrigina l’aumenta. E’ utile il controllo della funzionalità epatica, dell’ammoniemia, dell’emocromo e della coagulazione.
I livelli ematici del farmaco devono restare all’interno del range terapeutico (valori superiori ai 100 microg/ml sono potenzialmente tossici). Non esiste una stretta correlazione tra intervallo terapeutico ed effetto clinico. Nel caso di assunzione orale, disturbi dell’alvo (diarrea) possono ridurre l’assorbimento del farmaco e quindi la sua concentrazione ematica.